Franco Rocchetta è il primo direttore del Dipartimento di Linguistica

Franco Rocchetta è il primo direttore del Dipartimento di Linguistica

 

A seguito dell’investitura avvenuta alla riunione del Direttivo del 1 settembre 2016, Franco Rocchetta è il primo Direttore del Dipartimento di Linguistica dell’Istituto Lingua Veneta.

Franco Rocchetta (Venezia, 12 aprile 1947)

Fin dagli anni del ginnasio, durante i quali iniziò ad attraversare a piedi l’Europa, Franco Rocchetta approfondì lo studio delle istituzioni europee, delle economie e dei diritti dei popoli e del federalismo, e, di conseguenza, anche delle istituzioni e dell’economia, del diritto e della civiltà della Repubblica di Venezia. Nel 1964 fu indagato per aver tracciato scritte murali (in veneto) contro la partecipazione dell’Italia alla Prima guerra mondiale.

Nel 1978 fondò con altri giovani la “Società Filologica Veneta”, della quale vene eletto presidente, e a Barcellona entrò a far parte del Consiglio Federale Mondiale dell’Associazione Internazionale per la Difesa delle Lingue e delle Culture Minacciate (AIDLCM). Lo stesso anno organizzò il primo corso di storia ed istituzioni, civiltà, economia e lingua veneta, dapprima a Padova presso il Centro Bertrand Russell, poi in varie altre città. Su invito di Bruno Salvadori guidò la delegazione della nascente Liga Veneta al primo congresso nazionale dell’Union Valdôtaine. Della Liga Veneta Franco Rocchetta è stato nel corso degli anni addetto generale di Segreteria, segretario nazionale e presidente nazionale.

Nel 1981 Manlio Cortelazzo lo invitò a tenere all’Università di Padova una lezione sul tema “Perché il veneto è una lingua e non un dialetto”.[4] Viaggiò sistematicamente in tutte le regioni italiane, tentando di favorirvi la nascita di “Leghe” sorelle. Fu lui a proporre ai militanti lombardi (tra i quali anche Umberto Bossi) la creazione di una Lega Lombarda.

Nel 1983 fu ancora Cortelazzo ad invitarlo all’Università di Padova per una lezione dedicata ai “Neologismi del veneto”.

Nel 1986 pubblicò quotidianamente sul Gazzettino sessanta articoli dedicati ai caratteri del popolo veneto – della sua società, economia, lingua e civiltà – e di un possibile Stato veneto.

Nel 1991 ricoprì l’incarico di presidente federale della Liga Veneta.

Al congresso federale del 1991 (Pieve Emanuele) Franco Rocchetta venne eletto anche presidente federale della Lega Nord, sostituendo Marilena Marin che era stata presidente dal 1989 al 1991. Venne confermato nella stessa carica dal congresso federale di Bologna del 1994, fino al suo addio alla Lega.

Nel luglio 1991 Rocchetta si recò con altri tre esponenti della Lega Nord (Luigi Moretti, Bruno Ravera e Francesco Speroni) a Belgrado, per esporre davanti alla sede dell’Assemblea Federale jugoslava delle lenzuola con un appello al dialogo scritto in più lingue. Nei mesi e negli anni successivi organizzò spedizioni di aiuti umanitari destinati a tutte le parti impegnate nel conflitto. Contribuì ad analoghe iniziative nel Caucaso. In occasione delle elezioni politiche del 1992 Rocchetta venne eletto sia al Senato della Repubblica sia alla Camera dei deputati, optando per la seconda assemblea.

Si batté contro l’istituzione di una sede centrale della Lega Nord, ritenendola contraria ai principi federali del partito,[10] denunciando anche il fatto che l’acquisto dell’immobile di via Bellerio a Milano si stava realizzando con fondi occulti.[11] Nel febbraio del 1994 incontrò per la prima volta Silvio Berlusconi, ed alle elezioni dello stesso anno venne eletto per la seconda volta alla Camera dei deputati, risultando il più votato nel Veneto con il doppio dei voti del socialista Gianni De Michelis e del democristiano Carlo Bernini, già presidente della Regione.[12]

Nel maggio dello stesso anno, nonostante avesse già interrotto i rapporti di amicizia con Berlusconi e Bossi,[13] venne nominato sottosegretario agli Affari Esteri con delega alla cooperazione e alla cultura nel nuovo Governo presieduto dallo stesso Berlusconi. Nel suo mandato di governo si impegnò in una serie di viaggi in ogni parte del mondo.[14] In giugno l’aereo della Croce Rossa canadese con il quale stava distribuendo medicinali subì un pesante attacco in Ruanda.[da chi?] Nel luglio dello stesso anno, con altri esponenti e militanti, abbandonò la Lega Nord in occasione del congresso veneto, denunciando la soppressione della democrazia all’interno del partito.

Nel 1995 fondò a Kashgar il “Centro Studi Internazionali Paolo Sarpi”, al quale collaborava anche lo scrittore cattolico Federico Bozzini. Negli anni seguenti organizzò incontri e dibattiti con rappresentanti di popoli e tradizioni diverse. Sostenne il gruppo dei “Serenissimi”, che in quegli anni aveva dato vita ad un “Veneto Serenissimo Governo”, diffondeva messaggi radiotelevisivi e organizzava l’azione dimostrativa in piazza San Marco (8-9 maggio 1997).[15] Rocchetta organizzò anche diversi incontri con Ibrahim Rugova, nel tentativo di favorire una soluzione pacifica alla crisi del Kosovo.

Nel 1999, all’avvio dei bombardamenti NATO in Jugoslavia, scrisse con Marilena Marin al presidente della Regione Giancarlo Galan, al patriarca di Venezia Marco Cé e al sindaco della città Massimo Cacciari, invitandoli ad unire il loro prestigio, la loro forza istituzionale e le loro forze morali per fermare la campagna di attacchi aerei (definita «inconcepibile barbarie imperialista nel cuore stesso dell’Europa»). Anche in conseguenza della tiepida risposta raccolta, raggiunse Belgrado e la Serbia meridionale tra bombe, macerie ed incensi, realizzando collegamenti televisivi con Michele Santoro e Sandro Ruotolo.

Nell’autunno del 1999, supportato da un ampio gruppo di sindaci veneti, scrisse e diffuse il pamphlet “L’identità veneta”.

Fu per un decennio console onorario della Repubblica di Macedonia, impegnandosi per l’integrazione dei lavoratori macedoni in Italia.

Ha continuato i propri studi di diritto costituzionale ed internazionale, linguistica, storia ed economia, pubblicando anche articoli su riviste e giornali e collaborando con alcune iniziative editoriali.[17]

Nel 2009 è stato tra i fondatori della “Società degli Storici Veneti Indipendenti”.

Nel 2012 ha ripreso a tenere conferenze su temi politico, economico, istituzionali nel Veronese, nella Bergamasca, nel Veneto centrale e in Friuli;[18] tra queste, un corso di storia, economia e civiltà veneta in otto lezioni a Spresiano.

(biografia tratta da https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Rocchetta)