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l’Istituto Lingua Veneta ha aperto un canale di informazione sulla Lingua, Dialetto e Cultura Veneta, si può raggiungere sia dalla App Telegram che dal PC.
editor Istituzionale, promozione culturale
l’Istituto Lingua Veneta ha aperto un canale di informazione sulla Lingua, Dialetto e Cultura Veneta, si può raggiungere sia dalla App Telegram che dal PC.
Istituto Lingua Veneta ricerca studiosi delle varianti istriana, cadorina, bresciana e bergamasca della lingua Veneta, e del Talian per affidare al direzione del dipartimento specifico.
Al momento non sono previsti emolumenti di sorta.
Per candidarsi compilare il seguente formulario includendo, oltre ai dati biografici, le proprie competenze, pubblicazione ed esperienze specifiche dell’argomento.
SALVIAMO LA DONAZIONE TODESCA-ZANON
EMERGENZA ACQUA ALTA
Petizione per la messa in sicurezza e la valorizzazione della donazione della biblioteca Todesca-Zanon che giace nei magazzini del liceo Classico Marco Polo e Artistico di Venezia da 5 anni e di cui una parte è stata danneggiata dall’acqua alta.
Al Dirigente Scolastico, al Reggente, al Consiglio di Istituto, ai docenti, insegnanti, genitori.
Al MIUR
Al sindaco di Venezia, al Consiglio Comunale, al Consiglio Regionale del Veneto, ai cittadini
Nell’estate del 2015, pochi mesi prima di lasciare la città lagunare per sopraggiunti problemi di età e di salute, il prof. Alessandro Todesca e la moglie Maria Giuseppina Zanon (figlia del musicista trevigiano Sante Zanon) hanno donato al liceo Classico, Musicale ed Artistico “Marco Polo” di Venezia, la loro biblioteca composta da migliaia di libri d’arte, di musica e di letteratura classica, ma comprendenti anche testi di linguistica ed di altre discipline umanistiche e scientifiche. Ne parlò anche la Nuova Venezia.
L’atto di donazione era stato concordato con l’allora Dirigente Scolastico del Liceo, dott.ssa Annavaleria Guazzieri, ed inserito in un progetto di riorganizzazione della biblioteca dell’Istituto che per altro necessitava di una nuova adeguata collocazione e un riordinamento. Il progetto fu accolto e coadiuvato da genitori ed insegnanti della scuola, i quali accoglievano la donazione prospettandone una valorizzazione nella e per la biblioteca scolastica, a servizio e di supporto alle attività didattiche e di ricerca.Con l’impiego del personale scolastico e dei volontari del Comitato Genitori della scuola i libri donati vennero acquisiti nel patrimonio dell’istituto, tutti timbrati e controllati, in attesa di definitiva catalogazione. Contestualmente vennero stanziati fondi sia pubblici che delle famiglie per l’allestimento e la messa in funzione della biblioteca scolastica arricchita dell’intera donazione.
Purtroppo invece, cambiata la dirigenza, il fondo Todesca-Zanon si trova oggi, a quasi tre anni dalla donazione, in una soffitta della scuola ove era stato posto provvisoriamente in attesa di allestire l’ambiente di destinazione e ne viene impedito in tal modo l’accesso, ipotizzandone perfino la dismissione e l’alienazione.
Questo perché la Direzione Scolastica subentrata successivamente alla donazione, non solo ha inopinatamente prospettato la restituzione o l’alienazione di tale preziosa donazione, ma lo ha fatto in maniera irragionevole, dapprima adducendo la necessità di una più dettagliata catalogazione, in realtà già prevista dal progetto di allestimento, e successivamente sostenendo la mancanza di spazio quando invece sono nella disponibilità della scuola tre grandi edifici nel cuore della città di Venezia, ed avendo l’Istituto acquisito recentemente anche la disponibilità di ulteriori nuove strutture messe a disposizione dal Comune di Venezia-Citta Metropolitana.
Tale arbitrario comportamento sta contraddicendo l’impegno preso al momento dell’acquisizione del lascito da parte del precedente Dirigente e di tutta la comunità, mettendo a repentaglio la conservazione e valorizzazione del prezioso materiale ricevuto, senza alcuna concertazione con la dirigenza precedente che ha acquisito il lascito nè con tutti coloro che hanno già donato impegno e fatiche per il progetto di arricchimento e valorizzazione dell’intera biblioteca scolastica. Inoltre, con la pretesa di restituire il fondo (ma nel frattempo il donatore è venuto a mancare) oppure con l’intento di disgregare e “alienare” un tale bene comune, si sta negando pure agli utenti del servizio scolastico ogni possibilità di accesso ai preziosi testi, cosa che costituisce non solo violazione degli accordi presi con i donatori, ma pure nocumento della funzione pubblica, educativa e formativa della scuola.
I sottoscritti: Genitori, Studenti, Insegnanti, Operatori Culturali e Cittadini di Venezia, e tutte le Persone amanti della Cultura Umanistica, Artistica, Letteraria e Musicale di cui la nostra Città e la nostra Scuola sono emblema e testimoni nel mondo, avendo a cuore il valore didattico della trasmissione dei saperi attraverso la lettura e la consultazione dei testi offerti da una articolata e qualificata biblioteca,
CON LA FIRMA ALLA PRESENTE PETIZIONE CHIEDONO
che la preziosa raccolta di libri della Famiglia Todesca-Zanon donata al Liceo Classico, Artistico e Musicale Marco Polo di Venezia, sia adeguatamente conservata, presa in carico dall’Istituto Scolastico col dovuto rispetto e diligenza, e messa celermente a disposizione degli studenti e della comunità, secondo le intenzioni dei donatori, gli accordi con essi presi, e per l’interesse di tutti i cittadini.
Al Dirigente Scolastico del Liceo Marco Polo di Venezia prof. Gianni Maddalon, al Direttore generale del Miur Veneto dott.ssa Augusta Celada. ed al sig. Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, chiediamo di adoperarsi affinché al più presto questa incresciosa negligenza venga sanata tramite messa a disposizione al pubblico del fondo donato dagli anziani coniugi Todesca e Zanon, oggettivamente un prezioso lascito per il valore culturale, educativo e formativo messo a disposizione della scuola, per i giovani studenti, gli insegnanti e gli studiosi della nostra città.
Venezia, 14 febbraio 2019
Pubblichiamo un documento inviatoci dal Prof. Cavallin
Integrazione Dizionario Lingua Veneta digressioni raccolte
Di Loris Palmerini, presidente dell’Istituto Lingua Veneta.
Il nostro Istituto partecipa fin dalla fondazione alla Aggregazione Veneta, ente di cui sono anche il portavoce.
Con la sentenza n° 81 del 2018 la Corte Costituzionale ha cancellato la legge della Regione Veneto n° 28 del 2016 di cui sono il Padre, che riconosceva esplicitamente ai Veneti i diritti previsti dalla Convenzione Quadro sulle minoranze nazionali, senza nulla togliere ai diritti di “popolo veneto”.
La sentenza è però pure andata oltre affermando che “Popolo Veneto” dello Statuto regionale null’altro significa che “i residenti” della Regione.
Per salvare tale fondamentale legge che riconosceva il bilinguismo e l’educazione Veneta, sarebbe bastata alla Giunta regionale del Veneto la trasmissione alla Corte Costituzionale delle violazioni dei diritti umani che i Veneti ricevono. Per esempio i punteggi più scadenti assegnati agli studenti (cosa di cui lo stesso Zaia si è lamentato), la negazione della lingua Veneta che fu lingua di Stato e che certo non ha nulla da invidiare all’occitano o al sardo o altre lingue minoritarie cui vanno il nostro pieno rispetto, oppure la totale assenza di Prefetti Veneti in Veneto.
Le violazioni subite dai Veneti sono state comunicate alla Giunta nel gennaio 2018, con preghiera di trasmetterle alla Corte Costituzionale, ma questo non è avvenuto, al contrario, l’avvocato Bertolissi, che rappresentava la Regione (e che simpatizza per il ritorno di “Checco Beppe”) , in udienza ha dichiarato che “la legge non serve a nulla”, e sostanzialmente non ha difeso in nulla la legge su mandato della Giunta Regionale.
La Giunta Regionale ed il Consiglio Regionale (il cui presidente si è perfino opposto alla approvazione della legge) hanno dimostrato, alla prova dei fatti, di non volere dare ai Veneti i loro diritti ma invece di essere i promotori effettivi e concreti della loro assimilazione forzata, del loro genocidio linguistico, culturale e di autonomia reale e governativa, mascherati da compatrioti.
Tutto ciò è documentato, e sarà valutato nel marzo 2019 dal Consiglio d’Europa.
Loris Palmerini
Presidente Istituto Lingua Veneta
Alcune informazioni scientifiche e storiche sulla lingua veneta sono presenti al sito www.repubblica.org/rinassimento/storia.html
In quel testo si è andati anche contro le teorie istituzionali di linguisti riconosciuti (Cortelazzo per esempio, partecipe della cosidetta commissione sulla “grafia veneta unitaria” della Regione Veneto), ma la mia contro teoria è basata su prove storiche e scientifiche trovate facilmente negli archivi dello Stato di Venezia (l’archivio dello Stato Veneto): bastava una ricerchina onesta e veritiera che io ho effettuato con le indicazioni di importanti storici della Serenissima di importanza internazionale, insomma con un aiutino.
Sulla lingua veneta, bisogna riconoscere che si tratta di una lingua autonoma e non di un dialetto italiano, cosa dimostrata dal fatto che i primi testi in veneto sono antecedenti quelli in italiano, come la “Storia dea guera de Ciosa” di Chinazzo, del 1300 circa e pubblicata nel 1960 ad opera di un importante ente culturale di Venezia.
Possibile che la “lengua veneta” esistente prima di quella italiana sia figlia di essa? No di certo, la grammatica veneta ne da prova, con le sue 4 coniugazioni, con le forme grammaticali che non esistono in italiano (uso della particella “to”), con l’uso estensivo delle forme enclitiche e proclitiche che cambiano la semantica del discorso e la struttura della frase, con l’uso dei pronomi differente da quello italiano.
A riprova, I testi in veneto del 1300 sono ancora intellegibili dai veneti di oggi, almeno all’80%, molto piu’ di quanto non lo sia Dante per gli italiani di oggi. La sua storicita’ e’ la ragione della sua permanenza a distanza di 2 secoli di disconoscimento istituzionale. Insomma, con altre prove in mano si potrebbe sostenere che è l’italiano un dialetto del veneto, non il viceversa, e di già c’è chi dice (linguisti sloveni e macedoni) che tutto il nord-italia è popolato da gente che parla dialetti del “venetico”, e tutti sappiamo che l’italiano è una lingua del nord italia…..
Un’altra prova è la verifica che la traduzione “parola per parola” fatta con un traduttore automatico “veneto/italiano” realizzato nel 1999, fa perdere completamente il senso della frase, mentre più conservativo del senso sembra essere la traduzione dal veneto all’inglese. Lingue pragmatiche e naturali contro lingue artificiali?
Gli istituti mondiali sulle lingue riconoscono il veneto come tale, e solo lo Stato italiano non lo fa, come similmente la Francia non riconosce l’occitano nel suo terriotorio che e’ invece riconosciuto dall’Italia nel suo territorio!
Per quanto riguarda i dialetti veneti.
Il trevigiano, il padovano ed il vicentino oggi non esistono praticamente più, ed esiste il “veneto centrale” che si estende dalla pedemontana al basso polesine, comprendendo Padova, Vicenza, e parte del veronese, e da Bibione fino ad oltre Montagnana. Anche ad Adria (RO) si parla veneto centrale. Questo se vogliamo è frutto della presenza istituzionale italiana che ha forzato una certa omogeneizzazione. Il Padovano, per esempio, dovrebbe essere identificato con il “Pavan” di Ruzzante, ormai oggi in disuso e difficile per gli stessi padovani. In pratica qui nel veneto centrale, per primo si è assistito ad un fenomeno di “globalizzazione” che ha portato alla cancellazione di alcune identità culturali, ma semplicemente creandone un’altra più grande e differente dalle 2 che si sono contaminate.
Un altro ceppo forte e’ invece il “veneto orientale” che comprende il Belumat, il Friulano, il Triestino e influenza una parte del trevigiano.
Dialetti del Veneto sono invece, il veneziano (mescolato con il toscano per volonta’ della Serenissima nel 1500), il Dalmata (ancora oggi parlato in Istria e Dalmazia, molto simile al veneto centrale), il Trentino-Roveretano (influenza culturale di Venezia), il Bresciano ed il Bergamasco (che furono nella repubblica quanto Padova) ed alcuni dialetti detti “talian”, presenti in Emilia, Brasile, Argentina, Messico, foci del Danubio, ecc.
Riguardo la Grafia, ne esistono molte, ma per un verso o per un altro sono tutte non esaustive, anche per il fatto che il veneto, lingua viva e di commercio, comprende parole di molte altre lingue, dal greco di Antenore fondatore di Padova (città pre-romana come i veneti), al francese di Napoleone (veneto “sansfason = senza modo = francese sans façon”, veneto “vin brulé = vino bruciato = francese vin bruleé”, altre parole francesi) al tedesco degli austriaci (veneto “schei = dalla moneta austriaca schelling”), all’italiano, ormai seconda lingua dei veneti, qualche volta imposta nelle scuole ove viene vietato di parlar veneto, dialetto degli ignoranti.
Conviene allora restare sulla grafia “riformata” ossia la grafia che e’ una mistura fra tradizione storica (rilevata nei tsti) e rinnovamento (omogeneizzazione della tabella “fonema/grafema” strategia di comprensione delle varianti),, e tale grafia comprende le seguenti regole:
1) la “x” generalizzata, e quindi l’italiano “casa” si scrive “caxa” e la cassa di vino e’ la “casa de vin”. Questo produce una scrittura senza doppie, cosí come sembra suonare il veneto ai parlanti italiano. La regola vale sempre escluse le parole straniere quando scritte nella grafia originale;
2) l’uso della l tagliata di lira “£” o quella simile slava, che serve per indicare la “l” evanescente che in veneziano e’ invece intera, perciò di fronte a “cana£” il veneto di terra ferma leggerà tendenzialmente “canae”, mentre il veneziano “canal”;
3) l’uso della j per quel tipico suono simile ad una “i” prolungata e sforzata, che si usa molto, assente in altre lingue, come l’italiano, come in “majon” (maglione), garaje (garage), Cajo (Caio) ecc.
Queste importanti regole grafiche comuni a quasi tutte le grafie non sono pere’ applicate dalla grafia del compianto Dino Durante, ed oggi utilizzate da Basso, suo allievo diretto ed erede del suo lavoro. Questa grafia e’ filo italiana ma e’ astorica ed induce all’errore i lettori veneti. Per esempio la scrittura “musso” tende a far produrre una “s” piú
lunga del dovuto, e la parola “muso” non da ragione della differenza di scrittura per lo stesso suono di “xe”, per cui è logico scrive “muso” e “muxo” invece di “musso” e “muso”. Di queste ambiguità purtroppo non ho fatto a tempo a parlare con Durante, conosciuto già malato pochi mesi fa nella sua casa, personaggio simpaticissimo ed eclettico che fu persino fondatore di una repubblica dotata di moneta (“el skeo de mona”) il cui presidente si lasciò morire da ubriaco in carica (“el xe morto de onbre”) come Durante stesso mi raccontò. Durante riteneva perfetta e logica la sua grafia, e forse è meglio che sia morto con questa idea.
Altre varianti di grafia sono:
1) alcuni usano la ke/ki al posto di che/chi, e ka/ko/ku al posto di ca/co/cu ;
2) alcuni usano “th” per “z” (praticamente assente) o “dz” per una “t” marcata differentemente, ma tali impostazioni a mio avviso mascherano per identità ciò che è invece accento regionale: sarebbe come se adesso al sud italia si mettessero a scrivere “bène” e al nord “béne” dicendo che preserva fondamentali differenze, il che sarebbe forse vero, ma creerebbe inutili difficolta’ mentre invece va benissimo scrivere tutti “bene” cose’ come i francesi stanno gradualmente lasciando perdere tutti i loro innumerevoli accenti quando non indispensabili;
3) alcuni usano la ç francese per indicare la c di “çento”, detto “sento” che significa cento (100) o anche per indicare “çesa” che corretamente sarebbe “çexa”, ossia chiesa ;
Insomma, salve le prime 3 regole e restando fedeli alle sonorità (per cui non esistono “mb” o “mp”, poiché i veneti dicono “canpo”, “canbio”, “conpare” ecc) si ottiene una scrittura che è
– affine e continuazione della tradizione dal 1300 in poi
– rispettosa delle differenze fondamentali dei principali dialetti veneti
– facile da apprendere per i parlanti veneto ed anche per quelli parlanti lingue neo-latine
– conforme al mondo occidentale con tratti delle lingue francese, romena, ecc – non inducente all’errore
Su questa grafia ho dal 1999 in produzione un correttore ortografico di lingua veneta, nato prima di quello di italiano per “linux” che ho fatto nel 2000 e che proprio grazie allo studio della lingua veneta fu il primo correttore di italiano a comprendere le forme “enclitiche”, nemmeno la Microsoft lo faceva, e si discuteva nelle unicversità quale fosse la loro origine: è la lingua veneta!
Come potra’ vedere al sito “ www.loris-palmerini.8m.net” io sono un “linguista computazionale”, e lavoro sui temi della “localizzazione” per siti e portali, e non c’è dubbio che grazie al movimento open source, la lingua veneta vedrà un nuovo “rinasimento”, basta che i veneti sappiano mettersi d’accordo senza ascoltare i detrattori e coloro che con l’unione culturale ed economica dei veneti perderebbero vantaggi aquisititrarrebbero danno.
Bisogna concludere purtroppo con l’osservazione che ad oggi, luglio 2002 la Repubblica Italiana e le sue entità regionali (regione veneto per prima) non si conformano ai doveri stabiliti dalle leggi internazionali sulla protezione delle minoranze linguistiche, a partire dal “patto internaziona sui diritti culturali, economici e sociali” della Nazioni Unite.
Cordiali saluti
Loris Palmerini
347 1416187
Oggi 16 gennaio 2018, il direttivo di Istituto Lingua Veneta si riunirà per decidere se partecipare al bando per la Grafia Veneta Legale indetto da Aggregazione Veneta.
Istituto Lingua Veneta è un ente di autogoverno veneto che si occupa esclusivamente della lingua veneta in tutti i suoi aspetti, non solo quelli linguistici, ma anche culturali e nella formazione.
Istituto Lingua Veneta partecipa, come altri dodici enti, ad Aggregazione Veneta, mentre quest’ultimo è l’ente di rappresentanza dei diritti di minoranza nazionale del Popolo Veneto ai sensi della L.reg. Veneto n.28 del 2016. Sarà infatti Aggregazione Veneta l’ente decisore della Grafia Veneta Legale, che lo farà in virtù dell’autorità conferitagli dalla legge internazionale Convenzione-Quadro di cui alla L.n.302 del 1997.
Istituto Lingua Veneta invece è stato il primo ente storicamente noto ad aver chiesto il riconoscimento legale della lingua veneta, lo fece nel 1999 quando ancora si chiamava “Rinassimento Veneto”. Il lavoro svolto di promozione da allora è evidente, basti verificare che quello che oggi si legge su Wikipedia riguardo la Lingua Veneta è stato appunto quasi del tutto ripreso da quanto elaborato nel 1999 da Rinassimento Veneto.
Nella riunione di oggi ILV discuterà sostanzialmente se presentare una propria soluzione di grafia veneta legale al bando di AV, e se in tal caso confermare il DRAFT della grafia Veneta già elaborato negli anni scorsi.
La eventuale Grafia proposta da ILV sarà poi valutata dalla preposta Commissione di Aggregazione Veneta insieme alle altre proposte, in un piano di parità. Da evidenziare infatti che anche ILV è un ente rappresentativo partecipato, per questo non è escluso che le singole componenti possano presentare una propria grafia differente da quella di ILV .
La riunione odierna farà anche la verifica dei membri e delle cariche.
In questo momento infatti c’è l’intento comune di tutte le componenti sinfoniche dei Veneti di arrivare a chiudere l’annosa questione della grafia veneta con una delibera che decida la forma legale dello scrivere, la cui mancanza altro non fa che dare insussistenti scuse al mancato riconoscimento della lingua veneta. Infatti non c’è alcuna giustificazione al mancato riconoscimento della lingua Veneta stante che sono state riconosciute altre lingue minoritarie analoghe, come l’Occitano, il Sardo, il Ladino, che tuttavia non possono vantare la storicità, le pubblicazioni e l’ufficialità di uno Stato che la lingua Veneta può invece vantare senza alcun dubbio.
E’ chiaro che coloro che non si pongono l’obbiettivo di raggiungere una grafia veneta legale o che la ostacolano lo fanno non certo per impedire che si continui a fare la grave violazione dei diritti linguistici ed umani dei Veneti.
Loris Palmerini
fondatore di Rinassimento Veneto, presidente di ILV
Collegamenti a documenti sui diritti umani
PATTO INTERNAZIONALE SUI DIRITTI CIVILI E POLITICI
http://www.repubblica.org/tribunale/veneto/X0006_Patto_diritti_civili.html
Protocollo Facoltativo relativo al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici
Secondo Protocollo Facoltativo relativo al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici
Piano Triennale diritti umani regione Veneto
http://bur.regione.veneto.it/BurvServices/pubblica/Download.aspx?name=086a_seduta_-_allegato_334525.pdf&type=8&storico=False
Attenzione, la legge di cui si parla è stata cancellata per responsabilità della Giunta Regionale
Il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato il PDL 116 del 2016 che riconosce ai veneti il diritto di essere “minoranza nazionale”.
Purtroppo la legge risulta essere non pienamente potente come nella formulazione iniziale.
In particolare è stato rifiutato il ruolo di Istituto Lingua Veneta, e questo per un intervento di persone interessate a dirottare presunti fondi verso loro attività personali.
Non si era capito infatti che non ci sono fondi per nessuno, se non quelli che i comuni e gli enti locali chiederanno al ministero del tesoro per attuare la legge.
Comunque un passo è stato fatto nell’alveo del diritto internazionale.
Ecco il pdl-116-legge-finale
http://www.parlamento.it/parlam/leggi/97302l.htm
Riceviamo e pubblichiamo
COMUNICATO STAMPA
Questa mattina (3-11-2016) si è riunita la I commissione del Consiglio Regionale (Veneto) per discutere del PDL116/2016 di iniziativa dei comuni di Resana, Segusino,Grantorto e Santa Lucia di Piave, in seguito sostenuta anche da S.Martino di Lupari, Santa Maria di Sala, Sossano ed altri. Il progetto di legge concerne, lo ricordo, l’attuazione al popolo veneto della convenzione internazionale sulle minoranze nazionali. Ad assistere ai lavori lo scrivente dott. Luciano Gavin, sindaco di Grantorto, attuale rappresentante dei comuni proponenti, il già sindaco di Resana, Loris Mazzorato, primo firmatario in origine, e Loris Palmerini, principale estensore del testo di legge poi approvato dai consigli comunali. All’apertura dei lavori della commissioni ho salutato la commissione con una breve presentazione, Palmerini ha poi richiamato alcuni punti salienti della legge, fra i quali la competenza attualmente esclusiva della regione. I consiglieri presenti, di maggioranza e opposizione non hanno sollevato alcuna problematica sul testo, e il presidente della Commissione, Marino Finozzi, ha sottolineato come esso, oltre ad aver ricevuto un nulla osta ed un apprezzamento giuridico da parte dell ufficio legislativo del Consiglio Regionale, abbia ricevuto la positiva impressione da parte dei consiglieri, anche per la valenza politica e di rappresentanza del territorio. Tuttavia Finozzi ha espresso la richiesta di un chiarimento e di un approfondimento sul delicato punto del finanziamento successivo ai nuovi impegni, fermo restando la questione della competenza regionale, e comunque il desiderio di sapere dove la “Convezione Quadro sulle minoranze nazionali” sia stata attuata, anche se ratificata da tutti gli stati. E’ intervenuto il consigliere Maurizio Conte, il quale ha sostenuto che anche qualora il Veneto fosse il primo ad attuare la norma questo sarebbe un motivo in più di orgoglio, e che comunque è urgente che la norma venga portata in Consiglio per il voto per non rischiare che con l’eventuale approvazione della nuova Costituzione si tolga la esclusività della competenza alla Regione. Finozzi, dopo averne preso atto, ha ridato la parola a Palmerini, il quale ha sottolineato l’urgenza della delibera poiché, senza esprimere valutazioni pro o contro, la nuova costituzione essa introdurrà tre clausole di supremazia dello Stato centrale su tutte le materie della regione, anche quelle oggi esclusive, essendo quindi difficile capire l’impatto sul provvedimento. Il presidente della Commissione, Finozzi, ha rinviato la discussione in attesa di ulteriori dati informativi sui punti sollevati, pur nella consapevolezza che il pdl 116/2016 ha una grande valenza innovativa sul piano giuridico, scritto da mani competenti, e costituisce una innovativa forma di partecipazione istituzionale del territorio rappresentato dai sindaci. Ricordo che già ieri è andata in onda su rete veneta una intervista di Roberto Agirmo del movimento di Indipendenza Noi Veneto che ufficialmente sostiene il progetto, e nella giornata di oggi un articolo sulla pagina 31 del Mattino di Padova.
Firmato
dott.Luciano Gavin, delegato permanente dei sindaci